I gatti domestici che vivono o escono fuori casa uccidono molti animali selvatici. Studi recenti hanno scoperto che i gatti che vivono all’aperto nel Nord America eliminano ogni anno tra 10 e 30 miliardi di uccelli e piccoli mammiferi.
Tuttavia, non è chiaro che tipo di impatto abbiano i 600 milioni di gatti domestici del mondo sulle popolazioni di animali selvatici e se tale impatto rappresenti una minaccia per la conservazione della biodiversità. “Chiunque abbia un gatto vede i propri gatti portare piccole prede a casa. il nostro studio voleva cercare di verificare l’impatto sulle specie selvatiche dei gtti domestici liberi di cacciare. Inoltre volevamo capire se si limitano a cacciare nei dintorni della propria casa o si addentrano nel territorio”. Così lo zoologo Roland Kays della North Carolina State University.
Insieme ai colleghi di Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda, Kays ha distribuito piccoli localizzatori GPS a proprietari di gatti domestici che vivono nei centri abitati con l’incarico di posizionarli sui loro gatti.In tutto, più di 900 gatti domestici ai quali era consentito di muoversi liberamente oltre le mura di casa sono stati monitorati in questo modo.
Alcuni gatti si sono rivelati dei veri esploratori. Un gatto britannico di nome Max, ad esempio, si è mosso due volte lungo un percorso di due chilometri avanti e indietro tra due villaggi vicini. La maggior parte dei gatti, però, si sono rivelati davvero casalinghi, allontanandosi molto raramente oltre i 100 metri dalla propria abitazione. In altre parole, i gatti cacciano, per la maggior parte, all’interno del proprio cortile o intorno alle strade immediatamente circostanti. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Animal Conservation [Roland Kays et al.].
Un singolo gatto domestico non uccide tanti animali quanti un gatto selvatico che, però, caccia per sopravvivere. Ma l’impatto del gatto domestico sulla fauna locale avviene in un’area molto più ridotta. Quindi in una determinata area, diciamo 100 metri quadrati, i gatti domestici uccidono tra due e 10 volte il numero di altri animali rispetto ai predatori selvatici di dimensioni simili.
Bisogna anche ricordare che un gatto domestico difficilmente uccide per fame ma, spesso, solo per assecondare il suo istinto di cacciatore, infatti, normalmente, questi gatti dopo avere catturato le loro prede non le mangiano ma ci giocano per un po’, per poi ucciderle e perderne interesse quando la vittima non si muove più.
“Questo studio ci ha permesso di valutare con un stima il numero delle vittime dei gatti domestici per ettaro in un anno. E questa stima siamo stati in grado di farla anche per i felini selvatici. Il risultato dello studio è stato interessante: il singolo gatto selvatico uccide molte più prede di qualsiasi gatto domestico ma lo fa su una estensione di territorio molto ampia. il gatto domestico invece concentra la sua attività su un’area limitata entro la quale alcune specie selvatiche (uccelli, topi, lucertole, altri piccoli mammiferi) sono in difficoltà per la riproduzione e la variabilità genetica“.
E in alcuni luoghi, ad esempio California, Florida e Australia, i gatti domestici sono una vera calamità per le specie selvatiche.
“Da un lato, è una buona notizia che i gatti domestici, in genere, non si allontanano molto dalla propria abitazione, dall’altro, però, è una cattiva notizia perché è molto probabile che abbiano un impatto pesante sulle specie di animali con cui condividono lo spazio vicino alle loro case“.
Con così tante uccisioni concentrate attorno alle case, gli impatti positivi della fauna selvatica urbana come, ad esempio, la bellezza del canto degli uccelli o l’azione positiva delle piccole lucertole sulla proliferazione degli insetti – potrebbero essere spazzati via proprio nelle aree in cui questi benefici sono più apprezzati.
Insomma, per rispettare l’ambiente potrebbe essere una buona idea tenere i gatti domestici in casa.